“Si tratta di un ruolo di libera professione svincolato dalle strutture ospedaliere – spiega Calogero Coniglio, coordinatore regionale del Cni Fsi Coordinamento nazionale degli infermieri – che oltre a portare benefici alla cittadinanza, consentirà la creazione di nuova occupazione. L’infermiere di famiglia è, infatti, una figura professionale che già in alcune regioni del Nord è stata istituita con grande successo grazie alla possibilità di garantire una risposta immediata al bisogno di assistenza”.
Cure, aiuto, sostegno ai malati. Il tutto a domicilio. È questo il compito dell´infermiere di famiglia. La figura, dotata di titolo di studio specifico post laurea, ha il compito non solo di assistere e curare i pazienti, favorendo anche le dimissioni anticipate dall´ospedale, ma anche di instaurare un rapporto con le loro famiglie, creando una rete di relazioni diffusa sul territorio locale.
Operando a stretto contatto con i medici generici e sostituendosi ad essi nei casi in cui i pazienti abbiano necessità di continue cure infermieristiche, gli infermieri di famiglia svolgono anche un ruolo educativo, formativo e preventivo verso i parenti del malato, informandosi ad esempio sui fattori di rischio familiari e la componente genetica di alcune patologie. Un servizio, insomma, quello dell´infermiere di famiglia, che si prende cura dei malati, delle loro famiglie, diviene anello fondamentale per le relazioni tra strutture sanitarie e pazienti evitando loro di doversi spostare per raggiungere gli ospedali e consentendo loro di poter rimanere nella comodità delle proprie abitazioni nel periodo delle cure.
“Chiediamo attenzione per questo settore dell'assistenza – conclude Coniglio - strategico per i bisogni della popolazione. In un periodo in cui la programmazione sanitaria prevede la riduzione dei posti letto ospedalieri, diventa fondamentale un’azione di potenziamento dell'assistenza alla cronicità sul territorio”.
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